Stabilire quale può essere il futuro dell’Italia significa mettersi nella nostra prospettiva, perché nessuno al mondo può decidere il nostro futuro se non proprio noi italiani. Si tratta di una grande responsabilità che abbiamo fra di noi come comunità vivente, ma soprattutto è un obbligo morale che abbiamo nei confronti di tutti gli italiani che stanno nascendo ora e che nasceranno in futuro: non dobbiamo sottrarci da questa richiesta di futuro che proprio i nostri figli e futuri nipoti ci stanno chiedendo.
Per questo motivo dobbiamo partire dalla nostra realtà che nessuno meglio di noi conosce e vive tutti i giorni.
Iniziamo dalla nostra difesa perché è grazie a questa che possiamo restare un paese libero anche in futuro. Tutte le persone che operano nel nostro sistema di difesa, dalle forze armate al più giovane poliziotto italiano, devono sentire sempre di più l’importanza del loro ruolo, mai così fondamentale come in questi tempi di guerra.
Per questo voglio solo prendere ad esempio la nostra marina che viene considerata un gioiello italiano, proprio per il ruolo della nostra penisola a difesa delle acque che ci circondano, a partire dal Canale di Sicilia. Riporto sotto le informazioni delle ultime “Giornate del mare” di Limes del 9 e 10 novembre 2024, in cui operatori di settore hanno fornito importanti indicazioni sulle nostre flotte.




Oltre a questo aspetto, dobbiamo considerare la situazione mondiale soprattutto per ciò che riguarda gli arsenali atomici: ci serve per capire che allo stato attuale e anche in una prospettiva futura, mai l’Italia potrà equiparare le attuali potenze mondiali e neanche le future che stanno emergendo. Per questo riporto una mappa di Limes come spunto di riflessione.

Non si può far affidamento al 100% ormai né agli USA, troppo occupati con le loro difficoltà interne, né all’Europa, troppo divisa in questioni storiche mai completamente risolte e che non consentono una piena fiducia e armonia reciproca su argomenti delicati come la difesa e una politica estera comune.
Sempre guardando in faccia la realtà ci sono altri 2 aspetti fondamentali da considerare.
La nostra demografia è in crisi da decenni. La popolazione italiana sta invecchiando e diminuendo: questo non dipende solo da fattori economici, ma si tratta di una vera fase di depressione. Se fosse solo un problema economico, le coppie con un reddito alto dovrebbero fare molti figli cosa che non accade. Inoltre il sud, i piccoli paesi o le zone non orbane, si stanno sempre più spopolando anche quando non si tratta di aree economicamente deboli. Quindi dobbiamo accettare il fatto che non si fanno figli perché non ci si vede nel futuro, non si pensa che dare fratelli al proprio unico figlio sia un valore aggiunto: siamo un paese depresso. Ecco un grafico sulle proiezioni della popolazione italiana nel 2065.

Tutto questo significa che non solo non avremo armi sufficienti, ma neanche persone disposte a dare la loro vita per la nostra difesa e quella dei loro figli.
L’ultimo aspetto lo fornisce l’Istat che tutti gli anni fotografa non solo i dati socio-economici, ma anche cosa pensano gli italiani di ciò che accade nel mondo. A questo proposito vi suggerisco di leggere l’articolo di Massimiliano Valeri, presidente Istat, sulla rivista Limes di giugno 2025 “Corsa alla bomba”, dal titolo “Gli italiani vogliono che la guerra li lasci in pace”. Viene descritto nel dettaglio ciò che la maggioranza degli italiani desidera: preferiamo tapparci gli occhi pur di continuare le nostre esistenze con i nostri problemi economici, tipica preoccupazione di una mentalità anziana. Riporto sotto i dati principali.






Per tutte queste caratteristiche, ognuno di noi deve dare il proprio contributo creativo e fornire idee che possano tenere insieme le nostre esigenze e il nostro modo di essere. Questo è il momento di aiutare i nostri governanti a guardare non solo alle prossime elezioni, ma ai prossimi 50 anni.
Quali sono le vostre idee e proposte?