49 – Geopolitica vaticana

Decidiamo per un momento di tralasciare l’aspetto religioso e concentriamoci sulla Chiesa cattolica come un oggetto geopolitico che agisce universalmente. Le riflessioni sono simili a quelle di un qualsiasi stato imperiale che però si pensa davvero universale, come spiegato da Piero Schiavazzi vaticanista e analista di Limes. Questo punto di vista laico viene enfatizzato dall’aspetto religioso.

Negli ultimi 62 anni possiamo dire che Montini Papa Paolo VI è stato davvero un papa geopolitico, lungimirante e protagonista del suo tempo. Gli altri papi sono stati dei veri leader che hanno inciso fortemente nella chiesa, ma non hanno determinato davvero le sorti del mondo. Escludendo Papa Luciani Giovanni Paolo I per la sua triste sorte di essere stato papa solo dal 26 agosto al 28 settembre 1978 quando morì, focalizziamoci sui 3 papi che si sono susseguiti negli ultimi decenni, di quando un papa pensa il mondo come mostra la carta sotto di Limes.

Iniziamo da Wojtyla Papa Giovanni Paolo II, il primo papa non italiano e con ancora un’idea “karol-ingia” nel senso in cui l’Europa era ancora al centro del mondo. Si può considerare Wojtyla l’ultimo leader europeo, che si colloca proprio nel punto di incontro fra est URSS e ovest NATO (USA), cioè la Polonia da cui proveniva. Per il suo lungo pontificato di 27 anni questo papa si è concentrato nella pacificazione fra questi 2 mondi, ma il punto di vista resta fortemente europeo, nonostante i suoi numerosi viaggi che ha fatto in tutto il mondo. Pacificare est e ovest è stata la sua missione, rappresentando in modo esemplare quello che era il mondo in quel periodo.

Con Ratzinger Papa Benedetto XVI, un altro papa non italiano, molto dolce e mite a differenza del temperamento forte di Wojtyla, le cose cambiano. Tanto per cominciare in modo davvero lungimirante questo papa tedesco non vede più l’Europa al centro del mondo, ma si posiziona di più in America, che proprio in quel periodo è l’egemone geopolitico indiscusso. Lui vede solo l’asse Gerusalemme-Atene-Roma-Washington. E anche da un punto di vista di vista economico, i due Stati che finanziano la chiesa sono proprio la Germania “progressista” di Ratzinger e gli Stati Uniti “conservatori”, egemone unipolare.

Come sappiamo probabilmente è stato però troppo sovracaricato degli scandali della Chiesa, che lo hanno portato alle dimissioni l’11 febbraio 2013, fra l’altro in piena campagna elettorale in Italia per le elezioni politiche e quelle regionali in Lombardia e Lazio. Fu un evento che ancora oggi non riusciamo a capirne la profondità, ma fu anche un segnale, del tutto personale ma importante della chiesa stessa: in poco tempo si preparò il conclave, testimoniando la grande capacità di questa organizzazione millenaria nel rigenerarsi.

Dal 2013 al 2025 c’è stato Bergoglio Papa Francesco, non solo un papa non italiano, ma addirittura americano e argentino, votato dai cardinali statunitensi che volevano così imprimere il loro modo di pensare e determinare la chiesa romana. Peccato che invece Bergoglio non solo è stato un papa “globalizzato”, che preferiva il poliedro alla sfera, e quindi non una chiesa al centro di tutto ma che permette alle diverse diocesi di esprimersi, ma addirittura in contrapposizione con gli USA protestanti, neo-evangelici e pentecostali. Tutti ricordano all’elezione di Trump quando disse che “chi costruisce muri non è cristiano”, riferendosi al muro al confine con il Messico. Inoltre fin dal primo viaggio a Lampedusa, Bergoglio ha voluto spingere il suo pontificato verso l’Africa e l’Asia, con il meticciato come cuore di tutto. Famoso fu il suo accordo segreto con la Cina firmato dal cardinale Parolin, in cui i vescovi cinesi sono proposti dal partito comunista e poi nel caso avvalorati dal Vaticano, eccezione fatta per salvaguardare la vita dei cristiani in quelle terre e nella speranza di abbracciare quelle popolazioni ancora laiche.

Avevi mai pensato a queste 3 modalità della geopolitica vaticana?

Un commento su “49 – Geopolitica vaticana

  1. analisi chiara, asciutta, ricca di dati, nomi dei papi e delle opere salienti ed incisive da loro compiute.

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