50 – Il conclave

Il momento geopoliticamente più importante della chiesa cattolica è sicuramente il conclave, quando i cardinali si riuniscono “extra omnes” nella cappella sistina e votano il successore di Pietro, il vescovo di Roma.

Si può dire che il conclave del 2025 è stato quello che ha più appassionato l’opinione pubblica e su cui più si è scritto in tutti gli organi di comunicazione del mondo: chi l’ha vissuto come me proprio nella città eterna, sa quanto è stato emozionante ed in un certo senso istruttivo. Tutti hanno potuto seguire le interviste e gli approfondimenti nei diversi canali d’informazione: mai era successa una così grande e profonda curiosità per un conclave prima d’ora, anche per i tempi di guerra che stiamo vivendo.

Iniziamo dai numeri, e per meglio descriverli vi mostro le mappe di questo conclave descritte da Laura Canali, la cartografa di Limes.

Questo conclave è sicuramente la vera eredità di Bergoglio, da molti punti di vista. Su 133 cardinali che vi hanno partecipato (sono stati esclusi quelli over 80 anni, più 2), ben 107 erano stati nominati da Papa Francesco. E con quale criterio li ha nominati? Secondo Piero Schiavazzi, vaticanista e analista di Limes, docente dell’unica cattedra al mondo di geopolitica vaticana all’università Linkl, la scelta è ricaduta semplicemente su quelle figure che in tutte le diocesi episcopali del mondo avevano riscosso il numero maggiore di preferenze, indipendentemente se la pensavano come Papa Francesco oppure se lo criticavano. Visto che loro rappresentavano meglio la Chiesa cattolica in quei luoghi, Papa Francesco ha deciso che per questo erano i più degni di scegliere il futuro papa, senza neanche sapere come la pensavano sulla Chiesa di Roma. Inoltre ha anche scelto di dare un peso maggiore alle chiese asiatiche rispetto a quelle occidentali, perché rappresentano il futuro demografico del mondo. Quindi anche se l’Asia rappresenta l’11% della popolazione cattolica nel mondo come numero di battezzati, i cardinali provenienti da quei luoghi e che hanno partecipato al conclave erano il 17%, quindi maggiormente rappresentativi. Infine, come se non bastasse, Bergoglio ha anche deciso di promuovere figure che provenivano da città non famose, dando ancora più valore alle periferie del mondo. Quindi non capitali o luoghi di culto storico, ma paesi spesso strategici per motivi ad esempio geopolitici, come ad esempio i porti di transito commerciale.

Anche se il numero dei cardinali più numerosi restavano quelli dei luoghi più importanti per la chiesa cattolica, l’Italia in testa, queste scelte sono state un cambio di passo notevole da parte di Bergoglio, molto lungimirante anche se spesso osteggiate nelle stanze vaticane. Durante il conclave capitava di ascoltare discorsi di “fedeli storici” rammaricati dall’alta considerazione che Papa Francesco aveva dato nei suoi 12 anni di pontificato alle altre religioni, Islam al primo posto, e agli atei o agli agnostici.

Non potendo riportare tutto quello che è successo in quei giorni, vi riporto sotto i link delle puntate che Limes ha realizzato sia su Mappa Mundi, il canale Youtube condotto da Alfonso Desiderio, sia sul podcast:

Come sappiamo è stato eletto Prevost Papa Leone XIV, il secondo papa americano e primo papa statunitense. Da un punto di vista strettamente geopolitico, tutti i critici sono concordi nel dire che lo hanno scelto per 3 motivi fondamentali: perché serviva un “governatore per la Chiesa” solido, per scansare ogni rischio di scisma con la chiesta statunitense che da tempo si temeva, e per rimpinguare le casse del vaticano con le donazioni provenienti in larga parte proprio dagli USA.

Hai seguito il conclave del 2025, e cosa pensi della Chiesa cattolica da un punto di vista geopolitico?

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