Come già vi ho accennato, il termine geopolitica è usato soprattutto in Europa, ma negli Stati Uniti si utilizza il più diretto termine strategia, e la loro strategia soprattutto nel mondo occidentale è molto nota.
Per informarvi meglio su tutti i passaggi vi consiglio di leggere gli articoli della sezione “Strategia” di questo blog, ma qui voglio comunque delineare una storia della presenza degli USA nel mondo.
Si inizia ovviamente dalla conquista del loro principale territorio di espansione, cioè gli attuali confini degli USA: ricordo solo che la bandiera degli Stati Uniti rappresenta nelle 50 stelle i 50 stati che la compongono, mentre nelle 13 strisce le 13 prime colonie che si sono rese indipendenti dal Regno Unito.



Ma da un punto di vista puramente strategico, da sempre gli USA hanno visto nel Midwest il cuore del loro modo di essere: qui sono arrivati gli europei soprattutto tedeschi, qui hanno creato le industrie manifatturiere, e qui si concentra ancora oggi il bacino elettorale che determina il vincitore alle presidenziali. Non è un caso che Bruce Springsteen cantando “Born in the USA” faceva riferimento proprio agli operai di questa zona così determinante.
L’evoluzione del loro modo di sentirsi nel mondo, un popolo eccezionale senza confini e portato a una missione salvifica nell’intero pianeta, parte dalla fine della prima guerra mondiale, periodo in cui pur dando le loro indicazioni non volevano ancora troppo intromettersi sui destini degli europei. Ma è con la sconfitta del nazismo che dichiaratamente decidono di determinare il destino dell’Europa e del resto del mondo.
Per esempio nel pacifico già avevano da tempo colonizzato economicamente diverse isole che ancora oggi rappresentano le 3 linee di confine marittimo che separa gli USA dalla Cina. Ma andando in ordine, gli uomini che hanno determinato la strategia statunitense del dopoguerra sono sicuramente Kennan nei confronti della Russia https://www.geopoliticamonamour.it/2024/11/07/28-george-frost-kennan-e-la-russia/, con l’appoggio del Presidente Eisenhower, Kissinger per la Cina https://www.geopoliticamonamour.it/2024/11/28/30-henry-kissinger-e-la-cina/, con l’avvallo del Presidente Nixon, e Andrew Marshall https://www.geopoliticamonamour.it/2024/12/09/31-andrew-marshall-detto-yoda/ di cui le intuizioni possiamo constatare ancora oggi gli effetti. Trovate tutti i dettagli negli articoli della sezione “Strategia”.
Ora voglio concentrarmi soprattutto sull’aspetto più salvifico del popolo americano, che ancora oggi imprime il suo punto di vista nel mondo e non solo per ciò che riguarda per esempio gli aspetti economici. Nel tempo gli USA hanno determinato la loro strategia in diverse zone del mondo, e questo loro modo di essere si esprime ancora oggi soprattutto nei teatri di guerra più delicati a cui assistiamo: Ucraina, Israele, Taiwan.



Ultimo ma non secondario terreno di conquista, oltre ovviamente al web creato dagli USA, è sicuramente lo Spazio. La strategia americana nel contenimento della Russia si è sviluppata sicuramente nelle orbite spaziali. Fu un russo il primo uomo nello Spazio: “da quassù la terra è bellissima, senza frontiere né confini” disse Yurij Gagarin dandoci la più grande lezione dell’umanità. Ma gli USA da quel momento non hanno mai smesso di vedere lo Spazio come un altro “terreno” di conquista, come mostrò dallo stesso Elon Musk nelle ultime elezioni presidenziali del 2024. Perfino oggi Luna e Marte restano dei territori di conquista non solo statunitensi.

Tutto questo per dire che analizzare gli USA e gli statunitensi vuol dire proprio tenere sempre a mente questo impulso, questa missione che loro sentono da sempre verso gli altri popoli della terra, ed è questo slancio che nonostante tutto non può essere messo completamente da parte da nessuno. Perfino oggi, che con il governo Trump e con i Maga tante cose stanno cambiando, questa spinta verso l’esterno è ancora presente ed attuale.
Vale quindi ancora la nota frase di Mark Twain: “la notizia della mia morte è fortemente esagerata”.
Alla luce della strategia degli USA post seconda guerra mondiale, da Kennan, a Kissinger, a Marshall, cosa ti ha colpito di più e perché?
